martedì 5 giugno 2007

Prova # ... - lorenzo allegrini


Bracciabastòni orizzontali, in croce,
sugli equilibri d'incerte bilance
che vacillano per pugni di vento,
guaine di vene e sento
che poi gonfiano é urlano come leve,
come se macchine umide di corpo
avessero allungato i loro rami.
Sangue e carbone, metti sangue nero,
carica e scarica, con sangue vero.
Bicipite, tricipite e carica e poi scarica,
non esistono violenza o protezione
senza i suoi due fedeli alfieri in ferro.
Sangue di calcio metti sangue bianco
e slega le braccia e toccaci il cielo.
Di procurarmi pesi sono stanco,
così ti aspetto Yiaméh, e potrai appoggiare
le mosche come tuoi avvoltoi, stanotte,
e leccare dal polso alla mia spalla
se le tue mosche hanno ali di farfalla.
Sangue in vena, e l'arteria è tale a un trapano.
Attraverso archi, le travi pesanti
agognano spazi e come ali storpie
vanno a cercarsi tante calde amanti.
In steli di seta, debole e bianca,
scorre la cera che profuma ferro,
verso dita di violente orchidee
e velenose carni periferiche.
Malefica tra le dee,
hai dato le spade tenaci agli uomini
e scudi di dolore alle madri.
Spogliate tutte, come sulla croce,
le braccia accolgono sciami d'insetti,
donne che bevono nell'abluzione
l'acqua che cola sangue lentamente.



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