venerdì 31 agosto 2007

Preparazione al Festival Multietnico


Sabato 1 e Domenica 2 Settembre la sede dell'associazione Orizzonte degli Eventi sarà aperta per ospitare tutti i soci (e anche i volontari non soci, con particolare riferimento al Gruppo Saltatempo) per l'allestimento materiale del fiume di stoffa per il Festival della Cultura Multietnica. Potete tranquillamente dormire presso la sede portando sacco a pelo e stuino (per chi ancora non l'avesse chiaro casa di Tatiana, vedi indirizzo in fondo). Per chi volesse alcuni di noi sono già sul posto venerdì sera. per mangiare se volete portate qualcosa, oppure faremo spesa insieme. Sabato mattina verso le 10:00 saremo operativi e iniziremo a lavorare. non fate quindi i furbetti, presentandovi per la cena...
Mi raccomando, ci serve davvero una mano perchè si tratta di dipingere e scarabbocchiare sopra diversi metri di stoffa: se siamo in parecchi e ognuno fa un pezzettino ce la sbrighiamo in poco tempo, altrimenti diventa tutto più pesante e i tempi si allungano...
inoltre, tempo permettendo, ci cimenteremo nella produzione di qualsiasi oggetto vendibile, magari 'riciclando' materiali: se avete delle idee è ora di tirarle fuori, e portate magari l'occorrente per realizzarle!!

un abbraccioooooo


Il Presidente

Gabriele Bianchini


Orizzonte degli Eventi Associazione di Promozione Sociale

Loc. S. Martino n° 5, 60040 Genga (AN)

Tel. 3497159929 Fax 0732626831
C.F.: 90018930421

martedì 28 agosto 2007

L'Acqua, tra l'uomo e la solitudine.


La malinconia di una vecchia alleanza, tra l'uomo e la natura, mi domina, crescendo. Il cappio si stringe e in un momento di solitudine lei è l'unica a farmi compagnia, scende languida, tra i miei occhi e l'infinito.

Marco Stagnozzi

lunedì 27 agosto 2007

mercoledì 22 agosto 2007

Ode


di Gabriele Bianchini


E d'un tratto d'estate l'inverno,
occhi chiusi mi sognano.
Abbandono, oblio silenzioso.
La tua voce s'ode,
arrivare da lontano,
come vento nel deserto,
poi tempesta di sabbia,
cancella e confonde ogni sentiero.
E’ qui che il tempo perde significato.
Qui le nostre labbra secche s'inseguono,
tra rovine di un mondo ormai sconosciuto,
torreggianti scogli di un reame perduto.
Era questo dunque?
L'orizzonte degli eventi si stende innanzi a noi,
infinito ed invisibile,
a pochi passi di distanza
lo avvertiamo sui nostri piedi nudi,
sulla nostra pelle.

I tuoi occhi,
i miei occhi:
s’incontrano.
Poi si chiudono.
La tua mano,
le mie braccia.
Poi la luce...
Fiamme di luce infinita...
E’ il sole.
Ci accoglie.

L'impossibile II



di Gabriele Bianchini



Ogni notte che ricadrò ai piedi della tua visione
sopraffatto dalla ferocia della tua bellezza,
sentirò come un soffio alle mie spalle,
la dolce carezza di una falce.
Allora il mio corpo cadrà per fotogrammi. Nel silenzio e nel torpore.
Oh Morte, liberami dalla necessità!
Accogli come dono questo simulacro nel tuo grembo di sogno!
Oh… Lasciatemi cadere,
sprofondare nello scuro velluto del sonno:
qui i suoi baci esistono.
Le nostre rose, i nostri bambini… corrono!
Mari d’erba nella brezza rossa del crepuscolo…
E tu, giglio di nuda bellezza.
I nostri petti raccolgono selvatico il profumo
e il cielo è riflesso in quegli occhi…
Poi giro lo sguardo
e mentre l’umiltà mi saluta sorridendo istericamente,
sono l’Uomo,
come un sole incandescente e stanco
si abbandona all’orizzonte,
con il capo reclinato
e la nuca già nella notte:
l’impossibile si svuota,
riversando a terra tutte le sue cianfrusaglie,
che sembravano luccicare così avidamente!…
Domani mi risveglierò libero!
E leggero
come l’aria.

mercoledì 8 agosto 2007

ALTRI TEMPI, Lorenzo Ramadoro _ rubrica Racconti curiosamente iridescenti n.12 illustrazione di Daniela De Maria

Con questo numero saluto i lettori per le vacanze. Vi lascio con un racconto leggero, gustoso; adatto a ragazzi e meno giovani, condito da un poco di scetticismo per il presente e speranza nel domani. Un storia che richiama le nostre terre, sbalzando il passato nel futuro.
Buona lettura.

illustrazione di Daniela De Maria

C’era una scusa curiosa che si usava quando eravamo giovani.
Quando una donna era quella che sposavi, e l’accettavi, e non pensavi più che ci potevano essere donne migliori di lei.
Quando non avevamo bisogno di reti per sentirci parte di un gruppo. Quando si era meno soli e più sereni.
Quando le storie non le vedevi davvero, ma te le immaginavi nei racconti accanto al fuoco.
Quando la palestra era alzarmi la mattina all’alba e parare le pecore. O spazzare per terra raccogliendo cartacce con un bastone appuntito. O cogliere frutti e mietere il grano. E non esistevano operatori ecologici, anziani, o altri parole simili. Quando non ci si sentiva offesi per essere stati chiamati contadini.
Quando una bistecca la mangiavi solo una volta al mese ma lo sentivi il sapore, e non la vedevi dimezzarsi sulla piastra mentre la cocevi.
Quando si era gente semplice senza bisogno di sabato notti o di schifezze per rallegrarti la serata. Bastava il vino, e nessuno moriva ammazzato alla guida, perché si restava in paese.
Adesso c’è questa strada che se la segui ti porta ovunque. Ci puoi andare anche in Inghilterra, dove sono tutti matti e appena arrivi ti cambiano il verso della vita. Una volta bastava poco per capire come girava il mondo. Sapevi che c’erano dei nemici, per alcuni erano quelli rossi al di là del mare, per altri quelli oltreoceano...


Il resto del testo lo trovate sul mio sito, cliccando QUI

venerdì 3 agosto 2007

Lorenzo Ramadoro pubblicato in una raccolta

LORENZO RAMADORO è stato segnalato al concorso nazionale "Echi di memorie 2006 - poesie e lettere d'amore " e pubblicato sull'omonima raccolta edita dalle associazioni culturali:
L’A.R.C.A. di Montepaone (CZ)
Il Musagete di Francavilla (CH)





Un estratto del racconto lo trovate nel suo sito personale, cliccando QUI