mercoledì 22 agosto 2007

Ode


di Gabriele Bianchini


E d'un tratto d'estate l'inverno,
occhi chiusi mi sognano.
Abbandono, oblio silenzioso.
La tua voce s'ode,
arrivare da lontano,
come vento nel deserto,
poi tempesta di sabbia,
cancella e confonde ogni sentiero.
E’ qui che il tempo perde significato.
Qui le nostre labbra secche s'inseguono,
tra rovine di un mondo ormai sconosciuto,
torreggianti scogli di un reame perduto.
Era questo dunque?
L'orizzonte degli eventi si stende innanzi a noi,
infinito ed invisibile,
a pochi passi di distanza
lo avvertiamo sui nostri piedi nudi,
sulla nostra pelle.

I tuoi occhi,
i miei occhi:
s’incontrano.
Poi si chiudono.
La tua mano,
le mie braccia.
Poi la luce...
Fiamme di luce infinita...
E’ il sole.
Ci accoglie.