di Gabriele Bianchini
Ogni notte che ricadrò ai piedi della tua visione
sopraffatto dalla ferocia della tua bellezza,
sentirò come un soffio alle mie spalle,
la dolce carezza di una falce.
Allora il mio corpo cadrà per fotogrammi. Nel silenzio e nel torpore.
Oh Morte, liberami dalla necessità!
Accogli come dono questo simulacro nel tuo grembo di sogno!
Oh… Lasciatemi cadere,
sprofondare nello scuro velluto del sonno:
qui i suoi baci esistono.
Le nostre rose, i nostri bambini… corrono!
Mari d’erba nella brezza rossa del crepuscolo…
E tu, giglio di nuda bellezza.
I nostri petti raccolgono selvatico il profumo
e il cielo è riflesso in quegli occhi…
Poi giro lo sguardo
e mentre l’umiltà mi saluta sorridendo istericamente,
sono l’Uomo,
come un sole incandescente e stanco
si abbandona all’orizzonte,
con il capo reclinato
e la nuca già nella notte:
l’impossibile si svuota,
riversando a terra tutte le sue cianfrusaglie,
che sembravano luccicare così avidamente!…
Domani mi risveglierò libero!
E leggero
come l’aria.
2 commenti:
"Allora il mio corpo cadrà per fotogrammi", mi piace un'immagine drammatica efficace e molto moderna
grazie lo!
nello scrivere questa immagine mi sono ispirato ad una scena del film Buffalo 66 di Vincent Gallo, precisamente la scena in cui lui si spara in testa.
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