mercoledì 8 agosto 2007

ALTRI TEMPI, Lorenzo Ramadoro _ rubrica Racconti curiosamente iridescenti n.12 illustrazione di Daniela De Maria

Con questo numero saluto i lettori per le vacanze. Vi lascio con un racconto leggero, gustoso; adatto a ragazzi e meno giovani, condito da un poco di scetticismo per il presente e speranza nel domani. Un storia che richiama le nostre terre, sbalzando il passato nel futuro.
Buona lettura.

illustrazione di Daniela De Maria

C’era una scusa curiosa che si usava quando eravamo giovani.
Quando una donna era quella che sposavi, e l’accettavi, e non pensavi più che ci potevano essere donne migliori di lei.
Quando non avevamo bisogno di reti per sentirci parte di un gruppo. Quando si era meno soli e più sereni.
Quando le storie non le vedevi davvero, ma te le immaginavi nei racconti accanto al fuoco.
Quando la palestra era alzarmi la mattina all’alba e parare le pecore. O spazzare per terra raccogliendo cartacce con un bastone appuntito. O cogliere frutti e mietere il grano. E non esistevano operatori ecologici, anziani, o altri parole simili. Quando non ci si sentiva offesi per essere stati chiamati contadini.
Quando una bistecca la mangiavi solo una volta al mese ma lo sentivi il sapore, e non la vedevi dimezzarsi sulla piastra mentre la cocevi.
Quando si era gente semplice senza bisogno di sabato notti o di schifezze per rallegrarti la serata. Bastava il vino, e nessuno moriva ammazzato alla guida, perché si restava in paese.
Adesso c’è questa strada che se la segui ti porta ovunque. Ci puoi andare anche in Inghilterra, dove sono tutti matti e appena arrivi ti cambiano il verso della vita. Una volta bastava poco per capire come girava il mondo. Sapevi che c’erano dei nemici, per alcuni erano quelli rossi al di là del mare, per altri quelli oltreoceano...


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